Il Fronte e gli Inni

 
   
       


Copertina di un quaderno dell'epoca

 

Lo schieramento italiano il 24 maggio 1915


Lo schieramento italiano al fronte, prevedeva, in zona dolomitica l'impiego della 5ª Armata, comandata dal gen. Nava: alle sue dipendenze il 1° Corpo d'Armata (gen. Ragni) con la 2ª e 10ª Divisione, ed il 9° Corpo d'Armata (gen. Segato) con la 17ª e 18ª Divisione. In riserva la 1ª Divisione.
La dislocazione delle forze era la seguente:

18ª Divisione
- Brigata Alpi (51° e 52° Fanteria) in Alta Val Cordevole;
- Brigata Calabria (59° e 60° Fanteria) in Val Cordevole;
- Battaglione Alpini Val Cordevole in Val Franzedas;
- 3° Bersaglieri a Zingari Bassi;
- 33° Art. da Campagna da 75/911 con 8 batterie;
- 8ª Comp. Zappatori del 1° Reggimento;
- 5ª Comp. Telegrafisti.

17ª Divisione
- Brigata Reggio (45° e 46° Fanteria) in Val Costeana;
- Brigata Torino (81° e 82° Fanteria) in Alta Val Cordevole;
- Battaglione Alpini Belluno in Val Pettorina e Val Ombretta;
- Battaglione Alpini Val Chisone sull'Averau;
- 8° Artiglieria da Campagna da 75/906 con 8 batterie (in forza al 9° C.d'A);
- 13° Artiglieria da Campagna da 75/911 con 8 batterie;
- 5ª Comp.. Zappatori del 1° Reggimento.

2ª Divisione
- Brigata Como (23° e 24° Fanteria) in Val Boite (S. Vito di Cadore);
- Brigata Umbria (53° e 54° Fanteria) in Val Boite (tra Valle e Pieve);
- Battaglione Alpini Fenestrelle a Mondevàl e Forcella Ambrizzòla;
- 8° Bersaglieri in Val Boite;
- 17° Artiglieria da Campagna da 75/906 con 8 batterie;
- 14ª Comp. Zappatori del 1° Reggimento.

10ª Divisione
- Brigata Marche (55° e 56° Fanteria) in Val Ansiei;
- Brigata Ancona (69° e 70° Fanteria) in Val Padola;
- Battaglione Alpini Pieve di Cadore a Lavaredo ed Alto Cordevole;
- Battaglione Alpini Val Piave in Valbona;
- 20° Art. da Campagna da 75/906 con 8 batterie;
- 11ª Comp. Zappatori del 1° Reggimento;
- 12ª Comp. Telegrafisti:
- 1/2 Comp. Minatori.

1ª Divisione
- Brigata Parma (49° e 50° Fanteria) nell'Alto Cadore;
- Brigata Basilicata (91° e 92° Fanteria) nell'Alto Cadore;
- 1° Artiglieria da Campagna da 75/906 con 5 batterie (in forza al 1° C.d'A);
- 25° Artiglieria da Campagna da 75/906 con 8 batterie;
- 5ª Comp. Zappatori del 2° Reggimento.

Alle dirette dipendenze del Comando d'Armata si trovavano:
- XVI Battaglione Regia Guardia di Finanza;
- un Reggimento (su 3 battaglioni) di Milizia Territoriale;
- V e VI Gruppo del 2° Art. Pesante Campale (batterie 12ª, 16ª, 20ª e 21ª);
- 1 Stazione radiotelegrafica;
- 1 Compagnia Pontieri;
- 4 Depositi Centrali per automezzi, benzina e lubrificanti;
- 4 Parchi Automobilistici per i trasporti dell'Armata;
- 1 Parco Automobilistico di Riserva.

In totale la IV Armata si presentava con 33 battaglioni e 17 batterie di prima linea, 13 battaglioni e 19 batterie di seconda linea, mentre in riserva restavano quasi 24 battaglioni e 20 batterie.

Questi dati sono solo per offrire un servizio gratuito e
sono stati ricontrollati dall'Associazione, ci scusiamo
per eventuali errori non dipendenti dalla nostra volontà.





 

La leggenda del Piave

(conosciuta come La canzone del Piave)

La canzone del Piave è la canzone patriottica italiana scritta da Ermete Giovanni Gaeta (noto con il pseudonimo di E. A. Mario) durante la Prima Guerra Mondiale.
La canzone si riferisce alle battaglie sul Piave degli Italiani contro gli Austriaci. Gli Austriaci volevano attaccare gli Italiani che avevano appena perso a Caporetto ma il fiume straripò e fermò gli Austriaci. Gli Italiani si riorganizzarono e tra il 2 e il 6 luglio del 1918 ci fu la battaglia del Solstizio, dove morirono 84.600 militari italiani e 149.000 militari austro-ungarici.
Del brano, che fu poi l’inno nazionale italiano dal 1943 al 1946, il maestro Gaeta rinunciò ai diritti d’autore sulla canzone, e nel novembre del 1941 donò anche le prime cento medaglie d’oro ricevute, come riconoscimento per la canzone, dai comuni del Piave, da associazioni di combattenti, e da privati cittadini, come oro alla Patria insieme con le fedi sua e della moglie.


LA LEGGENDA DEL PIAVE

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l’esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera !

Muti passaron quella notte i fanti,
tacere bisognava e andare avanti.

S’udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar de l’onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero
il Piave mormorò: Non passa lo straniero !

Ma in una notte triste si parlò di un fosco evento
e il Piave udiva l’ira e lo sgomento.
Ahi quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
poiché il nemico irruppe a Caporetto.

Profughi ovunque dai lontani monti,
venivan a gremir tutti i suoi ponti.

S’udiva allor dalle violate sponde
sommesso e triste il mormorio dell’onde.
Come in un singhiozzo in quell’autunno nero
il Piave mormorò: Ritorna lo straniero !

E ritornò il nemico per l’orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame,
vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora !

No, disse il Piave, no, dissero i fanti,
mai più il nemico faccia un passo avanti !

Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e come i fanti combattevan l’onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: Indietro va, o straniero !

Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento
e la Vittoria sciolse l’ali al vento !
Fu sacro il patto antico e tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro e Battisti !

Infranse alfin l’italico valore
le forche e l’armi dell’Impiccatore.

Sicure l’Alpi, libere le sponde,
e tacque il Piave, si placaron l’onde.
Sul patrio suolo vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò né oppressi, né stranieri.





Inno di Mameli (testo autografo) - Italian National Anthem



... per chi non se la ricorda mai
... per averla sempre a portata di mano

- INNO DI MAMELI o IL CANTO DEGLI ITALIANI -
Scritto nell'autunno del 1847
divenuto costituzionalmente
l'Inno Nazionale
della Repubblica Italiana
il 12 ottobre 1946
"in via provvisoria",
per 71 anni "provvisorio"
ora nel Dicembre 2017
la Commissione del Senato
ha stabilito per legge
che è ufficialmente
l' INNO NAZIONALE



FRATELLI D'ITALIA
(versione originale)

Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.

(Ritornello) - Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte,
L'Italia chiamò.
Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò!

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.

(R) - Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte,
L'Italia chiamò.
Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò!

Uniamoci, amiamoci,
L'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?

(R) - Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte,
L'Italia chiamò.
Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò!

Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.

(R) - Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte,
L'Italia chiamò.
Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò!

Son giunchi che piegano,
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.

(R) - Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte,
L'Italia chiamò.

Evviva l'Italia!
Dal sonno s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché sciava di Roma
Iddio la creò.

Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò!



Testo poetico di GOFFREDO MAMELI (1827-1849)
Messo in musica da MICHELE NOVARO (1818-1885)

 -  Dell'elmo di Scipio: Scipione l'Africano, il romano che sconfisse Cartagine.
 -  Stringiamci a coorte: la "coorte" era una unità della Legione romana.
 -  Dovunque è Legnano: la battaglia di Legnano (1176), dove la Lega Lombarda
        sconfisse il Federico Barbarossa (1122-1190).
 -  Ogn'uom di Ferruccio: il capitano Francesco Ferrucci, detto Ferruccio (1489-1530),
        simbolo della resistenza della Repubblica di Firenze all'assedio di Carlo V.
 -  I bimbi d'Italia si chiaman Balilla: Giovan Battista Perasso o Giambattista, detto
        Balilla (1735-1781) era il ragazzo che scaturì la rivolta di Genova contro gli
        austriaci il 5 dicembre 1746.
 -  I Vespri suonò: i Vespri siciliani, tutto iniziò in concomitanza con la funzione
        serale dei Vespri del 30 marzo 1282, lunedì di Pasqua, sul sagrato della Chiesa
        del Santo Spirito, a Palermo.
 -  Già l'Aquila d'Austria le penne ha perdute: l'Austria, dominatrice in Italia, sta
        perdendo la sua potenza.
 -  Il sangue d'Italia [.....] ma il cor le bruciò: l'Impero austro-ungarico, alleato della
        Russia (quindi con l'aiuto dei cosacchi), ha bevuto il sangue dell'Italia e quello
        della Polonia.



 

TA PUM
era il caratteristico rumore che i soldati italiani sentivano stando in trincea quando i tiratori austriaci sparavano con il loro fucile Mannlicher M95.
Infatti gli spari partivano da lontano e prima si sentiva il rumore dell'arrivo
del proiettile, "TA" e successivamente il suono della detonazione, "PUM".

Da qui il nome della famosa canzone scritta da
l'Ardito Nino Piccinelli (chi dice solo la musica),
compositore di Chiari (BS), facente parte
di una compagine di artisti suggerita dal
D'Annunzio "la scapigliatura di tricea",
il quale raccontò di avere scritto «Ta pum»
la notte prima dell'assalto a quota 2105.

- Da moltissimi però, la paternità di questa canzone è tuttora discussa. -

Il successo di questa canzone è dimostrato anche dalle
molte varianti e interpretazioni succedutesi negli anni.



"TA PUM"
Venti giorni sull’Ortigara
senza il cambio per dismontà.
ta pum, ta pum, ta pum...
ta pum, ta pum, ta pum...

E domani si va all'assalto,
soldatino non farti ammazzar,
ta pum, ta pum, ta pum...
ta pum, ta pum, ta pum...

Quando poi si discende a valle
battaglione non hai più soldà.
ta pum, ta pum, ta pum... (2 volte)

Nella valle c'è un cimitero,
cimitero di noi soldà.
ta pum, ta pum, ta pum... (2 volte)

Cimitero di noi soldà
forse un giorno ti vengo a trovà.
ta pum, ta pum, ta pum... (2 volte)

Ho lasciato la mamma mia,
l'ho lasciata per fare il soldà.
ta pum, ta pum, ta pum... (2 volte)

Quando portano la pagnotta
il cecchino comincia a sparar.
ta pum, ta pum, ta pum... (2 volte)

Battaglione di tutti i Morti,
noi giuriamo l'Italia salvar.
ta pum, ta pum, ta pum...
ta pum, ta pum, ta pum...



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